giovedì 7 gennaio 2010

Arrivederci nonno Vincenzo



Davanti alla morte sembra che nulla più abbia senso, ma è proprio per questo che non dobbiamo e non possiamo soffermarci su di essa, ma su come la vita della persona che se n'è andata è stata vissuta.
Il nonno di mio marito è stato un chiaro esempio di vita vissuta con semplicità e assoluta intensità. Un uomo che ha saputo dare tanto a tutti e che, sono certa, ha solo abbandonato il suo corpo ormai vecchio e stanco per librarsi nell'aria e poter stare ancora più vicino alle persone che ha amato.

Il 7 gennaio si è spento Vincenzo Lo Giudice, che con i suoi 103 anni e 7 mesi era il cittadino più anziano di Cuneo.
Un uomo che ho avuto l’onore di conoscere e che ha lasciato un’impronta indelebile in tutti coloro che hanno potuto incontrare il suo sguardo grigio/azzurro così carico di serenità e di intelligenza.
Minuto eppure forte come una roccia.
Nato in un’epoca in cui ci si accontentava di quel che si aveva senza troppo pretendere nemmeno da se stessi, lui ha invece studiato elettrotecnica a Torino dopo essere stato costretto a lasciare la sua città natale. Ha duramente lavorato di notte per poter studiare di giorno e salire un altro scalino, verso quella vita che desiderava e che gustava con piacere estremo. Caparbio, gentile, con principi veri e saldi non ammetteva ingiustizie, cattiverie, disonestà.
Durante la sua lunga vita ha visto le due grandi guerre, ha dato rifugio ai partigiani, ha visto cambiare i tempi sempre con quell’accettazione e quel sorriso sincero sulle labbra. Ha percorso Cuneo, città che ha molto amato, in lungo e in largo senza mai aver bisogno di un’auto, ma solo di se stesso e delle sue gambe ed è esattamente allo stesso modo che ha vissuto. Sempre contando solo su se stesso, senza mai far pesare nulla a nessuno. Persino nelle sue ultime ore le sue parole sono state di altruismo e di affetto. “Vai a casa.” Queste le parole che ha pronunciato rivolgendosi a suo nipote. Quel che si dice un vero capo famiglia, un vero pilastro della famiglia. La persona alla quale si fa riferimento quando ci si sente insicuri, quando qualcosa ci preoccupa.
Ora Vincenzo non c’è più. Non su questa terra, ma non posso non credere che lui sia qui con noi anche ora e magari che sia stato proprio questo bisnonno a prendere per mano una bambina di un anno e farle compiere i suoi primi passi da sola la sera del 7 gennaio.
Arrivederci nonno Vincenzo.
Tutta la tua famiglia ti ha amato e rispettato esattamente com’era giusto che fosse.

4 commenti:

Daniele Trucchia ha detto...

Le mie condoglianze Simona. E i miei più alti rispetti nei confronti di un uomo così longevo, nonché di un elettrotecnico che studiò questa nobile materia senza il facile ausilio della calcolatrice.

Simona ha detto...

Grazie Dani.
Non basterebbero libri interi per descrivere la vita di quest'uomo incredibile che a 97 anni è venuto ad aiutarmi a fare il trasloco nonostante gli avessimo detto di non farlo.
Solo qualche settimana fa citava ancora poesia a memoria o parlava correttamente in inglese... un uomo pazzesco davvero.

Andrea ha detto...

Ciao Simona, sono rientrato solo ieri sera, e per poco, nel tuo blog: condoglianze.
Credo che una delle sensazioni più dolorose, quando viene a mancare una persona cara, soprattutto se anziana, sia un senso di sradicamento.
Di colpo ci si rende conto che non potremo più sentire tutte quelle storie, quegli aneddoti che pensavamo di conoscere a memoria e che magari, a volte, ci annoiavano… o ci facevano sorridere.
Un pezzo delle nostre radici scompare, e con lui una parte del “nostro” vissuto.
Mi spiace per il tuo bisnonno, ma hai avuto la fortuna di conoscerlo, e lui di conoscere te… e la sua ultima nipotina.
Parte dei suoi ricordi e delle sue esperienze rimarranno sempre con te… e nei momenti più impensati e imprevedibili, una frase, un atteggiamento, ti torneranno sempre alla memoria… e ti regaleranno un sorriso.
Andrea.

Simona ha detto...

Grazie Andrea.
Era il nonno di mio marito, ma sono stata ugualmente molto fortunata a conoscerlo.
Grazie