giovedì 11 dicembre 2008

Sinossi Erzsèbet Bàthory

Sinossi: Erzsebeth Bathory – sangue e perfezione


Questo romanzo narra la storia di Erzsebeth Bathory, a partire dall’anno 1597, quando ha già 37 anni.

Erzsebeth, con il passare degli anni, comincia a notare sul proprio volto i segni inarrestabili del tempo e non ammette che il suo futuro possa riservarle il deterioramento naturale che affligge ogni essere umano. Ha dentro di sé un’aggressività che non riesce a gestire e il fatto di essere una donna potente le da i mezzi per arrivare a compiere inumane torture ed efferate uccisioni. È una donna profondamente sensuale e con il suo fascino riesce ad ammaliare uomini e donne senza distinzione.
Fin da ragazzina dimostra un carattere crudele e forte. Forse dipende dal suo essere figlia di due cugini. Forse ha un’origine genetica. Il matrimonio con Ferencz Nadasdy darà il via ad anni di fastidioso “apprendistato” presso la futura suocera Orsolya, che s’impegna affinché la giovane diventi la migliore tra le mogli. In questi anni, Erzsebeth mal sopporta di essere continuamente controllata e di non poter sfogare i suoi istinti. In questo periodo si getterà tra le braccia di un uomo affascinante e riuscirà a non farsi scoprire da Orsolya.
Ma è dopo il matrimonio che Erzsebeth comprende tutto il potere di cui dispone.
Basta uno spillo mal appuntato sull’abito perché la sarta colpevole venga punita nei modi più bizzarri e crudeli.
Ferencz torna di rado al castello di Csejthe e nonostante sia a conoscenza di alcune abitudini di sua moglie, non sa fino a che punto si spingano le punizioni e le torture. La ama con tutto se stesso. Ama la sua decisione, il suo portamento fiero, la sua aria misteriosa e la sua incredibile carica erotica.
Sono due le persone che sospettano di lei: Jànos Ponnikenus (pastore di Csejthe) e Emerich Megyery (tutore del figlio di Erzsebeth).
Megyery aiuterà una giovane a fuggire e vedrà con i propri occhi lo scempio del cadavere di una giovane serva. Da quel momento giurerà guerra alla contessa e una volta trovato un appiglio, svelerà i fatti di cui è stato testimone allo stesso re.
Ponnikenus dal canto suo, è terrorizzato da Erzsebeth, ma non può chiudere gli occhi di fronte ai continui funerali notturni.
Ciò che però lo spingerà a indagare più a fondo, sarà la morte di Ilona Harczy, giovane voce del coro della chiesa per cui provava un tenero affetto.
Ilona muore dopo aver suscitato la gelosia di Erzsebeth. Nessuna può essere più ammirata di lei alla corte viennese, dove si reca spesso per presenziare agli appuntamenti mondani, per comprare filtri magici e per discorrere di occulto con re Rodolfo.
A quel punto Ponnikenus non potrà fare a meno di leggere la vecchia missiva lasciatagli dal suo predecessore Andràs Berthoni e che fino ad allora non aveva voluto nemmeno prendere in considerazione.
La missiva contiene le indicazioni per poter giungere a una cripta dove sono contenuti i corpi delle giovani uccise dalla contessa quando Andràs era pastore di Csejthe.
Ponnikenus rimarrà sconvolto da ciò che vedrà e finalmente comprenderà che quel che si sente dire sul conto della contessa non è solo pettegolezzo.
Erzsebeth continua indisturbata a torturare e uccidere, ma avviene anche il suo avvicinamento alla stregoneria, per mezzo di Darvulia che la inizierà ai piaceri della morte.
Nei bagni di sangue cercherà il segreto dell’eterna bellezza; nel grasso degli animali cercherà il rimedio per mantenere la pelle morbida e protetta; nei cataplasmi di belladonna cercherà la cura per una pelle sempre più bianca.
Solo una serva riuscirà a suscitare l’interesse della contessa e ne diverrà l’amante. Si tratta di Vanka; giovanissima contadina dall’aria misteriosa quanto lei. La conquistano i suoi capelli di un rosso brillante e i suoi occhi profondi, dove le pare di rivedere se stessa.
Darvulia non ammette che questa serva goda di tanti favori e s’ingegna per spingere la contessa a sacrificarla. La spingerà a credere che sia una pericolosa strega e che il suo sacrificio potrebbe portarle un immenso giovamento. Da quel momento qualcosa si spezza una volta di più dentro Erzsebeth e nulla la trattiene dal mettere in atto le torture più fantasiose.
Accade però che re Rodolfo abdichi a favore del fratello Mattia, fervente cattolico e per nulla incline all’occulto.
Da quel momento in avanti, i pettegolezzi sulla contessa si faranno sempre più insistenti e arriveranno alle orecchie di re Mattia e del Palatino Thurzò (cugino di Erzsebeth), ma non sarà questo a fermarla.
Nulla può fermare le stragi giornaliere, la ricerca della perfezione e del potere assoluto sulla vita e sulla morte. Con l’aiuto di Darvulia, Dorkò, Jo Ilona, Kata e Fizckò, ucciderà più di 600 giovani, ne berrà il sangue, vi farà il bagno, darà vita a incantesimi, tenterà di togliere di mezzo i suoi nemici.
Ma è con l’arrivo di Erza Majorova che inizia il vero declino.
Erza la spinge a sacrificare giovani vergini di nobile estrazione per poter beneficiare di un sangue più puro. Presto queste morti insospettiranno re Mattia e il Palatino e inizierà una vera e propria indagine, capeggiata dal nemico di sempre: Megyery il rosso.
Erzsebeth non si darà per vinta nemmeno quando si vedrà con le spalle al muro.
Insieme a Erza Majorova andrà incontro al maligno, darà vita a riti e trappole avvelenate per eliminare i suoi nemici. Prima tenterà di avvelenare Ponnikenus e poi addirittura il re. Entrambi si salveranno; Ponnikenus grazie al suo sospetto e re Mattia, grazie all’intervento di Doricza, domestica alle dipendenze della contessa.
Con il passare degli anni, Erzsebeth da sempre più l’impressione di aver totalmente perso la ragione, di essere inquieta, angosciata, sola e lontana dal mondo che la circonda.
Neppure le aperte accuse formulate da Thurzò, riusciranno a farla confessare.
Neppure la condanna a morte dei suoi accoliti riuscirà a farla sentire persa.
Nemmeno la sua condanna al carcere a vita le toglie il sogno di vivere in eterno con la sua bellezza intatta… e forse la morte le darà quello che sempre ha cercato in vita.

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