lunedì 27 ottobre 2008

La gravidanza non è una malattia... ma dai??? 1° capitolo

Il TEST E L’ANNUNCIO

La gravidanza non è una malattia…
Questa è la frase che vi accompagnerà per tutti i nove mesi d’attesa. Ve lo ricorderanno tutti quanti, esperti e meno esperti.
Vi rimbomberà nella testa quando a quattro zampe vi alzerete dal letto con un’unica visione: il water dove farete tornare a miglior vita il succulento pacchetto di crackers che avete mangiato per colazione.
Non importa se la pressione sarà talmente bassa da farvi sentire una sorta di grosso pachiderma sotto il sole di agosto. Non importa se qualsiasi odore, anche il più buono, vi provocherà conati di vomito. Non importa se il vostro seno sarà dolorante e sul punto di esplodere.
In ogni caso tutti vi sorrideranno con condiscendenza, scuoteranno la testa per sottolineare che state esagerando e pronunceranno la fatidica frase: la gravidanza non è una malattia.
A questo punto so che molte di voi vorrebbero riempire i polmoni e urlare in faccia all’interlocutore di tenersi per sé le proprie opinioni… non fatelo perché siete piene di ormoni.
Basta nulla per perdere il controllo e passare per matte.
Ma cominciamo dal principio, da quel giorno in cui siete certe che vi stia arrivando il ciclo. Siete stanche, nervose e forse avete anche una percezione strana del caldo e del freddo. Vi sentite quasi come se foste in menopausa. Vampate di calore vi fanno ribollire, ogni tanto avete dei giramenti di testa e pensate: ecco… ci siamo.
La solita corsa in bagno però vi lascia deluse.
Non pensate minimamente di essere incinte.
Innanzitutto siete in ritardo di pochi giorni e poi ne avete tutti i sintomi no? Anche peggiori del solito!
Passano i giorni, siete spossate e stanche. Date la colpa al fatto che non ci sono più le mezze stagioni, ai pollini che cominciano a girovagare e farvi starnutire, ma poi arrivate ad un punto in cui è doveroso domandarsi: come mai non arrivano?
Questa è una domandona.
Una domandona da un milione di euro. Chissà come mai? Forse perché da un anno a questa parte avete deciso con il vostro lui di lasciar perdere le precauzioni?
Il passo successivo è la farmacia dove per una modica cifra da ladrocinio vi vendono il test… anzi… i test. Perché come fidarsi di uno solo?
Qui viene il bello.
Fare il test è semplice, certo, ma l’agitazione è tanta e continuate a domandarvi: ma possibile? Io incinta? Io che divento madre?
Il rischio è di farsi la pipì sulle mani lasciando intatto il test.
Con calma e sangue freddo alla fine ce la fate. Cavolo, in fondo avete superato i trenta. È ora di mettere su famiglia! I vostri genitori ormai hanno smesso di chiedervi quando succederà. Gli amici danno per scontato che non accadrà mai.
Il test è subdolo.
Prima di tutto può dare un risultato sbagliato solo in un senso: può risultare negativo anche se siete effettivamente incinte, ma non darà mai risultato positivo se non lo siete.
Ovviamente a nulla vale questa piccola verità. Perché quando lo prendete con mani tremanti e vedete la lineetta non ve ne capacitate.
Farne un altro è l’unica soluzione, ma non subito… no… dovete aspettare il mattino successivo perché nelle istruzioni c’è scritto che è meglio utilizzare l’urina del mattino e con quel che costano non volete sprecarlo.
Anche se ancora non ne siete certe cominciate a pensare a voi in modo diverso. C’è qualcosa che sta crescendo nel vostro ventre!
Siete incredule, spaventate, a tratti felici e a tratti provate un senso di rifiuto.
Qui arriva un’altra fatidica domanda: sarò in grado di fare la madre?
Di far fronte a tutti gli impegni, di riuscire ancora a pensare a me stessa, di andare in vacanza, di passare una serata davanti al mio telefilm preferito, di organizzare una serata con gli amici?
Tutto queste domande vi si affollano nella mente mentre siete chiuse in bagno ormai da più di mezzora. Il vostro compagno o marito crede ormai che siate fuggite dalla finestra costruendo una corda di fortuna con il rotolo della carta igienica. Dovete dirglielo subito o è meglio aspettare di essere proprio sicure?
In passato avete immaginato mille volte il modo in cui glielo avreste detto.
Una cenetta al lume di candela, un bel vestito, un bigliettino romantico e l’annuncio. Non ce la fate! Dovete dirglielo subito!
Scapigliate, senza un filo di trucco, con ancora indosso la vecchia t-shirt che usate per dormire. Vi appoggiate allo stipite della porta, un po’ vi viene da piangere e un po’ rischiate di scoppiare in una risata isterica.
“Forse… sai… forse aspettiamo un bambino…” più o meno saranno queste le parole che riuscirete a dire mentre guardate il vostro lui che strabuzza gli occhi.
Anche in questo caso vi aspettate una reazione da film. Lui che si alza dalla sua poltrona preferita, vi corre incontro coprendo i pochi metri che vi dividono, vi prende tra le braccia facendovi roteare per aria tipo “presa di Amici” e grida: ma è stupendo!
Nella realtà aggrotterà la fronte, deglutirà con fatica e rimanendo paralizzato sulla sua poltrona vi guarderà incredulo. Gli ci vorranno almeno una ventina di minuti per metabolizzare la notizia e rispondere: Oh santo cielo!
Voi sapete che è felice, che lo vuole quanto voi però comprendete che se è difficile comprendere quello che sta accadendo per voi, per lui dev’esserlo all’ennesima potenza.
Forse sarebbe stato meglio preparargli un caffè nero prima?
Sì, forse sì.

2 commenti:

Hotel Negresco Cattolica ha detto...

Sarai una brava mamma! : )

Unknown ha detto...

La vera "malattia" comincia dopo la nascita