venerdì 31 ottobre 2008

La gravidanza non è una malattia. Capitolo II

I CONSIGLI E LA PAURA

Quando arriva il giorno dopo vi sentite già più pratiche e usate il test (che deve avere inserti in oro per quanto costa) ed il risultato non vi delude.
Siete proprio incinte.
Da questo momento in avanti comincia una nuova vita per voi. I vostri ormoni si divertono a farvi cambiare umore da un momento all’altro e tutto sembra difficile.
Le domande che vi siete poste quella mattina chiuse in bagno vi assillano per settimane, mesi addirittura.
Tutti si congratulano e voi invece avete solo una gran paura.
Non sarà troppo presto? Vi domandate nonostante abbiate passato da un pezzo il periodo adolescenziale.
Diventeremo poveri! Vi dite pensando a quanto costa tutto quello che riguarda i bambini.
Lui cresce dentro di voi e voi non siete così certe di volere che questo accada. Lo sentite quasi come un estraneo. E’ come se vi avessero appena detto che vi verrà piazzato un neonato in casa senza che possiate fare nulla per far sì che non accada.
Perché di certo non pensate a liberarvi di quella creatura che avete tanto desiderato. Sapete che in fondo le vostre paure sono legittime. Vi sentite in colpa per il solo fatto di avere dubbi, ma non dovete.
E’ normale.
Ora tutti sono pronti a darvi dei consigli e raccontarvi la loro esperienza. Spesso sminuiranno i vostri malesseri e vi terrorizzeranno con frasi del tipo:
ma chi ve l’ha fatto fare?
Vedrete dopo!
Dormi adesso perché poi non ti capiterà così spesso!
Avete finito di vivere.
Queste frasi vengono tutte da gente che ha già figli e vi angosciano anche se non avete mai dato credito alle parole di queste simpatiche persone che vogliono solo farvi del bene…
Parlando con queste mamme datate vi sentirete dire:
io non ho avuto niente!
Non so cosa siano le nausee!
Ero più in forma di prima, forte come un toro!
La pressione bassa a me ha fatto un baffo!
Dolori pelvici? Ma quando mai!
Voi però passate la giornata a vomitare e se non vomitate avete lo stomaco rivoltato come un calzino.
I consigli delle mamme datate si sprecano:
mangia roba secca e salata.
Non bere troppa acqua.
Fai delle passeggiate.
Non fissarti sulle nausee se no non ti passano.
Tutto questo vi entra da un orecchio e vi esce dall’altro lasciandovi solo un vago senso di fastidio… un po’ come la puntura di una zanzara.
Perché voi non siete nate ieri. Sapete perfettamente che con la nausea è meglio bere di meno e mangiare cose asciutte, ma non passa!
Non passa!
Qualsiasi odore è un pugno allo stomaco. Qualsiasi sapore è terribile.
Dicono che le mamme sono tutte belle e voi pensate: perché non hanno mai visto me adesso!
A questo punto potete scegliere di coprire tutti gli specchi di casa oppure rintanarvi in camera da letto con la faccia sotto il cuscino.
Non se ne parla di andare a lavorare. State troppo male. Chi se ne frega se i colleghi pensano che state esagerando. Lo sapete voi come state!
Ogni tanto qualcuno vi manderà un messaggio o vi farà una telefonata. Non fate caso all’incredulità dei vostri interlocutori quando dopo aver ascoltato tutti i vostri sintomi vi risponderanno: ma… strano… mia cugina non se n’è neanche accorta!
Oppure: ma non puoi prendere qualcosa?
Certo… perché nel frattempo ovviamente siete andate alla vostra prima visita dal ginecologo e gli avete chiesto se esiste qualcosa per quella nausea terrificante che vi assilla dal mattino alla sera. Gli avete anche chiesto come mai non riuscite a stare sveglie per più di tre ore consecutive.
Lui vi ha sorriso… e vi ha detto che potete usare delle supposte… se è proprio indispensabile… e che è normale essere molto stanche soprattutto i primi mesi.
Fiduciose acquistate le supposte prescritte, arrivate a casa e leggete a fondo il bugiardino.
Dopo averlo letto in tutte le sue parti, la scatoletta finirà in un cassetto senza mai venire aperta.
Sì, potete usarle, ma c’è anche scritto: se è proprio indispensabile!
Lo è?
Sì, se volete andare a lavorare.
No, se seguite quello che vi chiede il vostro corpo e cioè di rimanere a riposo.
La priorità è il bene del vostro futuro bambino e va al diavolo il lavoro per il momento.
Il nostro corpo è una macchina perfetta. Sa esattamente quando è ora di riposare, di mangiare, di muoversi. In un momento così delicato sia a livello psicologico che fisico è giusto assecondarlo quanto più possibile.
L’importante è non lasciare che i pensieri negativi vi attanaglino senza darvi pace. Centinaia di donne prima di voi hanno messo al mondo dei figli e non per questo hanno rinunciato a se stesse. Ricordate che prima di essere una madre siete una donna e una donna felice e soddisfatta sarà certamente una madre migliore.
Non fossilizzatevi. Non pensate al futuro. Questo è l’unico modo per combattere la tristezza, il pessimismo.
Vi ritroverete a pensare a quando non dormirà di notte, a quando avrete organizzato una vacanza e lui si buscherà la pertosse mandando a gambe all’aria i vostri programmi. Vi ritroverete a pensare che a quindici anni se ne andrà per i fatti suoi e magari comincerà a fare uso di droghe, a rispondervi male quando voi state attraversando un periodo così difficile solo per lui!
Non pensateci!
Non potete prevedere il futuro perché se non sareste già ricchissime!
Vivete un giorno per volta. Scacciate i cattivi pensieri.
Non pensate al futuro!
Questo è l’unico modo per superare questo difficile periodo in cui tutti vi infonderanno perle di saggezza come: la gravidanza non è una malattia.
Quando ve lo diranno vi immaginerete nell’atto di avventarvi sul loro collo, snudare i denti e strappar loro via la carotide perché lo sapete anche voi che non è una malattia.
Non si è mai sentito di nessuno che ha preso “la gravidanza” tirando il calzino un mese dopo!
Certo che lo sapete.
Ma se state male non è certo colpa vostra. Non dovete sentirvi in colpa o meno in grado di affrontarla solo perché non siete in forma e forti come dei tori anche se in molti cercheranno di insinuarvi questo dubbio.
Ogni gravidanza è un mondo a sé. Non si possono fare paragoni. Voi non siete uguali alla cugina dell’interlocutore telefonico, né alla sorella della collega d’ufficio.
Voi siete voi.

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