martedì 21 luglio 2009

Q. I. Kristle Reed

Q.I.

Pensate che King non possa avere rivali?
Ebbene leggete questa autrice allora e vi ricrederete.
A parte il conto in banca non ha proprio nulla da invidiare al re del brivido.
Splendido romanzo ambientato a Bedlam, vecchio manicomio di Philadelphia dove le vite di alcuni pazienti s’intrecciano tra gli orrori di un inferno in terra che mai avrebbe dovuto esistere.
Questo è senza dubbio il romanzo che mi è piaciuto di più in assoluto (e gli altri erano moooolto belli) forse per l’argomento trattato, forse per come è stato trattato, forse per la storia così ben congegnata, ma soprattutto per loro: i personaggi.
La Reed va così a fondo nella loro anima che sembra impossibile vivano solo nella sua mente.
Emma con la sua inseparabile Willa, Clive sopravvissuto all’orrore del Vietnam, Jerod psicopatico orso, Bobby la cui unica colpa è stata quella di nascere Down.
Non fatevi ingannare dal fatto che scriva di luoghi lontani dall’Italia perché vi stupirà vedere con quanta padronanza li descrive, con quanta cognizione fa sue la storia di questi luoghi.
Se non sapessi che è italiana non lo direi affatto. Pare che sia a Philadelphia mentre ne descrive (senza mai cadere nella noia) le peculiarità.
Sembra che abbia accarezzato le pareti del manicomio, che ne abbia annusato l’aria, che abbia percorso l’Apalachian Trail.
Grandissima Kristle.
Grandissima davvero.
Leggetelo e poi vi sfido a smentirmi!

2 commenti:

Simona ha detto...

Un'ultima cosa... avevo già spento il pc, ma dovevo scriverla!
Il fatto che nessuna grossa casa editrice l'abbia ancora messa sotto contratto fa capire senza più dubbi quanto sia malata l'editoria italiana e mi demoralizza anche perchè la Reed è mille volte più in gamba di me o di qualunque altro italiano abbia letto fino a ora.

Kristle Reed ha detto...

Wow, ti ringrazio per l'ennesima volta. I tuoi complimenti sono graditissimi. È una soddisfazione enorme "catturare" il lettore, trascinarlo dentro la mia storia e fare in modo che si affezioni ai personaggi. Grazie, grazie, grazie!