giovedì 4 giugno 2009

Il tesoro della città eterna - Valentina Capaldi

Il tesoro della città eterna
Di Valentina Capaldi


Ho letto questo romanzo con piacere.
Un bel giallo l’eredità mai ereditata dalla giovane Anna.
La cosa che mi è piaciuta di più di questo romanzo è la caratterizzazione dei personaggi che ti fa affezionare al problematico/simpatico Kay, alla ingenua Anna, al sensibile e innamorato Stefano. Fa venir voglia di seguire nuove avventure, di ritrovarli in un nuovo romanzo.
Oreste Mosca ricorda moltissimo una via di mezzo tra un noto talent scout e Jabba The Hutt invece.
La narrazione è semplice e lineare; mai appesantita o noiosa, anche se non manca qualche colpo di scena ben architettato.
Mi piace affezionarmi ai personaggi di un romanzo che ho letto. Al contrario, quando questo non accade, mi rimane un senso di vuoto, insoddisfazione e amarezza.
Affezionarsi lascia quel senso di appagamento che io di solito cerco in un libro e quella voglia di “rivederli” come se fossero dei vecchi amici.
Il romanzo d’esordio di Valentina lascia ben sperare e sono sicura che chi lo leggerà scoprirà una brava scrittrice che ha ancora molto da dare e da dire e che col tempo si ritaglierà uno spazio di tutto rispetto.
Ciò che mi soddisfa alla fine di una lettura, al di là della storia in sé, è anche valutare quel che mi ha insegnato; può essere un concetto, una parola, un nome.
Un esempio?
Bè, per esempio ho imparato che Seychelles si può dire anche Seicelle!
Ma questo è solo un piccolo spunto!
Complimenti quindi a Valentina Capaldi che spero stia seriamente pensando a un seguito.

1 commento:

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)